Il camoscio è un animale magnifico, ma tra tutti i camosci il più bello è senza dubbio il camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata), grazie alla particolare colorazione che il mantello assume nel periodo riproduttivo.
Biologicamente strutturato per vivere in terreni impervi e rocciosi, il camoscio possiede un cuore potente ed un’ampia capacità polmonare che, insieme all’elevata ossigenazione del sangue, gli permettono di risalire lunghi pendii senza particolare sforzo anche in presenza di aria più rarefatta, visto che il suo habitat va dai 1.000 ai 2.800 metri.
Inoltre, la particolare conformazione degli zoccoli gli permette di adattarsi praticamente a qualsiasi superficie: può saltare di roccia in roccia aggrappandosi ai più piccoli appigli grazie ai duri zoccoli bidattili e divaricabili; può scendere velocemente ed evitare di scivolare grazie ai morbidi polpastrelli che lo zoccolo incornicia; per camminare sulla neve, invece, ha a disposizione una membrana interdigitale che, divaricando lo zoccolo, aumenta la superficie di contatto.
Ma tutte queste informazioni accademiche perdono di interesse quando, scendendo dalla vetta di un monte del Parco Nazionale d’Abruzzo dopo una faticosissima salita, ad emergere dall’ombra della montagna per far capolino sul sole del tramonto è proprio lui, il Re delle rocce con il suo manto autunnale, che scruta i dintorni dalla sua posizione dominante
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Buonasera. Sono rimasta affascinata dalla foto del camoscio “il re delle rocce”.
È possibile acquistarne una copia?
Grazie
Buongiorno Ilaria,
molte grazie per l’apprezzamento, purtroppo le devo dire che fotografo solo per passione e condivisione ma non vendo le foto, mi dispiace.