L’onda pannata

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Cosa c’è dietro questa immagine?

C’è l’idea de Il_Maestro™, ci sono i suoi consigli, ci sono le sue leggi. E c’è il mio 70-300 Tamron e c’è il mio momento torcente.

Questa non è stata, ovviamente, una foto singola. Questo è solo uno delle decine di scatti fatti per cercare questo effetto, e non è stato facile: si trattava di usare un teleobiettivo (questa foto è stata fatta a 300mm) e con questo inseguire una piccolissima onda che si forma sulla battigia cercando il panning perfetto, che con un oggetto mutevole come un’onda non è banale.

Soprattutto se si considera che l’onda fotografata era una di queste, così piccola:

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si trattava di sceglierla, seguirla tenendo i piedi ben piantati in terra e scattare con un tempo molto lungo, per dare l’effetto del panning. Per questo gli scatti sono stati fatti al tramonto, infatti senza filtro ND (non mi deciderò mai a spendere tutti quei soldi per comprarlo) non c’è alternativa al diaframma chiuso al massimo e gli ISO impostati al minimo. Tanti scatti sono andati sprecati tra tentativi a diverse focali e panning sbagliati:

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Ma alla fine ho trovato il giusto compromesso (sempre in assenza di filtri):

  • Priorità, ovviamente, ai tempi;
  • Iso 50: indispensabili per mantenere tempi lunghi;
  • Diaframma f/16: impostato automaticamente per avere il tempo selezionato;
  • Tempo: 1/15 di secondo, che mi ha permesso di mantenere sufficientemente definita l’onda e contemporaneamente enfatizzare la scia della risacca, evidenziando così l’effetto panning;
  • Lunghezza focale: 300mm, in questo modo la piccolissima onda sembra una ben più grande onda oceanica.

E’ stata una palestra interessantissima, mi ha aperto gli occhi sulle infinite possibilità del panning che fino ad oggi avevo sempre e solo relegato ad uccelli in volo e macchine in movimento, invece ho capito che TUTTO può essere pannato. Non ci sono limiti alle possibilità creative e non ci sono vincoli all’esplorazione.

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